Atlante 2006 PDF Stampa E-mail
È con compiacimento e anche con sollievo che posso presentare il risultato della fatica di diversi gruppi in collaborazione tra di loro che hanno messo insieme le proprie competenze per un prodotto di qualità, originale e di grande utilità pratica per gli operatori e i decisori in sanità pubblica. Compiacimento perché la collaborazione tra istituzioni di sicuro accreditamento (Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento di Sanità Pubblica Università di Roma Tor Vergata, Istat e Nebo Ricerche PA) costituisce garanzia di un risultato che mette a disposizione una copiosa fonte di dati ed informazioni che costituiscono una valida base epidemiologica per interventi volti a orientare l’organizzazione sanitaria in funzione del miglioramento dello stato di salute.

Mortalità evitabile: la classifica 2006

La mortalità evitabile è un indicatore sentinella che riguarda un evento in una delle sue forme meno accettabili, la conclusione della vita in età 5-69 anni determinata da cause che possono essere attivamente contrastate dal sistema pubblico, in particolare sanitario: sono contrastabili, cioè riducibili in misura sensibile anche se mai azzerabili del tutto, le morti per cancro al polmone, attraverso una significativa diminuzione del numero di fumatori, le morti per infarto, se la rete del 118 riesce a contenere entro i 30 minuti il lasso di tempo tra la chiamata ed il ricovero ospedaliero e/o migliora la conoscenza clinica, le morti per incidenti stradali, ad esempio con misure come la patente a punti o il casco per la guida sulle due ruote, e così via. L’indicatore della mortalità evitabile è quindi un rilevante indicatore di politica sanitaria, perché permette oggettivamente di segnalare le situazioni più a rischio, di studiare contromisure e di verificare, nel tempo, il successo delle politiche intraprese.
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Atlante 2006: una visione d'insieme

Uno dei migliori “fotogrammi” – forse il migliore – che può introdurre l’analisi demografica di un Paese è la cosidetta piramide della popolazione. La piramide è formata da un doppio grafico a barre orizzontali recante la distribuzione della popolazione per età e sesso e rappresenta pertanto l’immagine della popolazione a un dato momento storico. […] Questa costruzione fa sì che nel grafico siano scolpiti alcuni macro-eventi della storia del nostro Paese che hanno avuto significativi impatti sulla popolazione. È evidente, per esempio, come un andamento “piramidale” del grafico sia rintracciabile solo se si guarda la porzione superiore della figura, quella che ha come base ideale la popolazione intorno ai 38-40 anni, vale a dire le generazioni nate a metà degli anni ‘60, in pieno boom economico e demografico, appunto, nazionale. Nel 1964 le nascite furono oltre il milione, contro i meno di 550 mila bambini che nascono oggi annualmente in Italia.
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